Analfabetismo funzionale e superficialità

Martena-Marcello-Analfabetismo funzionale e superficialità

Una sfida educativa e sociale

Il contesto scolastico di oggi è attraversato da un allarmante analfabetismo funzionale. Non è solo una difficoltà sottile e latente; è una realtà ben visibile che emerge in tutta la sua gravità, giorno dopo giorno. In qualità di docente nella scuola secondaria di secondo grado, osservo da vicino come l’incapacità di comprendere testi complessi o di esprimere idee articolate si manifesti tra i miei studenti. Quello che emerge non è solo una mancanza di conoscenze, ma soprattutto di consapevolezza delle proprie lacune, considerate da molti irrilevanti. La comunicazione a ritmo di tweet e brevi fotogrammi ha normalizzato una conoscenza rapida e superficiale, tanto che il lessico di base per affrontare concetti complessi diventa, per molti, un accessorio di cui si può fare a meno.

La superficialità e la semplificazione: una piaga sociale

Questa mancanza di basi linguistiche e culturali non è un problema isolato, ma riflette e amplifica una tendenza che pervade l’intera società. La nostra cultura è sempre più dominata dalla rapidità e dalla superficialità, dove le parole vengono semplificate e polarizzate fino a perdere significato. Molti termini sono spesso usati con leggerezza, distorcendo significati complessi e alimentando stereotipi. Questa semplificazione si manifesta anche nel linguaggio politico, in cui termini come “sinistra” e “destra” sono ridotti a etichette culturalmente inconsistenti, erroneamente accostate ai concetti di “comunismo” e “fascismo”, come se fossero sinonimi. Tale percezione distorta ignora completamente la complessità storica e ideologica che questi termini rappresentano, producendo una visione polarizzata e impoverita della realtà politica, che ostacola la comprensione dei fenomeni sociali e alimenta divisioni basate su pregiudizi e ignoranza.

Tra analfabetismo funzionale e analfabetismo sostanziale

L’analfabetismo funzionale, inteso come incapacità di comprendere e utilizzare le informazioni in modo critico, si è trasformato in qualcosa di più profondo e strutturale. Oggi, molti giovani non possiedono le basi necessarie per decodificare e comprendere appieno testi e concetti articolati, e questa carenza si riflette inevitabilmente sulla loro capacità di interpretare la realtà che li circonda. La perdita di familiarità con il linguaggio complesso e articolato ostacola non solo l’apprendimento scolastico, ma anche la crescita personale e il pensiero critico.

Sempre più studenti giungono alla soglia dell’Esame di Stato senza essere in grado di padroneggiare le regole di base della grammatica e possiedono un vocabolario così limitato da non riuscire a comprendere correttamente le tracce ministeriali. Un lessico povero e la difficoltà a formulare pensieri articolati ostacolano questi giovani, rendendo evidenti carenze che non sono più solo funzionali, ma sostanziali.

La sfida per gli educatori è ardua: non basta più trasmettere nozioni, ma è necessario rendere gli studenti consapevoli delle loro lacune, facendogli percepire che sono limiti da superare e non condizioni accettabili. La scuola, in questo senso, non può essere un semplice luogo di passaggio per ottenere un diploma, ma deve trasformarsi in uno spazio di riscatto culturale. Tuttavia, questo compito non può essere svolto dalla scuola in solitudine: anche le famiglie devono essere coinvolte e sostenere questo percorso, comprendendo che l’educazione al linguaggio e al pensiero critico è essenziale per vivere in una società complessa e variegata.

La percezione della sufficienza in una società “semplificata”

Questa mancanza di competenze linguistiche e culturali non è sempre percepita come problematica da chi ne è affetto. La società della comunicazione rapida, del dibattito ridotto a slogan, ha portato molti a ritenere che la complessità sia superflua e che ciò che non si comprende non sia importante. Di fronte a questo scenario, il nostro compito è quello di mostrare che conoscere, capire e saper esprimere le proprie idee in modo articolato è fondamentale per comprendere e affrontare il mondo.

Educare alla complessità e al valore del linguaggio

La scuola e la società intera devono promuovere un cambiamento culturale che riporti al centro il valore del linguaggio come strumento per pensare e vivere con consapevolezza. La conoscenza non è un semplice mezzo per ottenere un lavoro, ma è una forma di emancipazione e di libertà. Solo attraverso un’educazione che insegni a distinguere e a pensare con precisione potremo sperare in una generazione capace di vivere la propria esistenza comprendendola appieno.

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